Arte ed Arredo. La tradizione delle maschere veneziane.

Arte ed Arredo. La tradizione delle maschere veneziane.

Giorgio De Marchi, artista e scultore di maschere teatrali, vive a Montegalda, nel cuore del Vicentino, e lavora nella sua officina chiamata Fucinafole a Toara di Villaga. Conosciuto come “mascarer”, De Marchi ha saputo trasformare l'antica arte della maschera in un linguaggio artistico unico, fondendo tradizione e innovazione.

L'incontro con Dino Formaggio: Il punto di svolta

Nel 1986, De Marchi incontra il professor Dino Formaggio, uno dei più importanti studiosi di estetica. Questo incontro segna una tappa fondamentale per la carriera dello scultore. Formaggio, nel suo saggio Le maschere dell’uomo, definisce il lavoro di De Marchi come “il passaggio da un prezioso artigianato ad un’arte vera”, riconoscendone il valore artistico e la profonda sensibilità espressiva.

Collaborazioni eccellenti: Sarzi, Scaparro e Le Bon

La carriera di De Marchi è costellata di prestigiose collaborazioni che hanno arricchito la sua visione artistica. Tra i più noti vi è Otello Sarzi, maestro burattinaio, con cui ha collaborato per numerosi progetti. Un altro incontro significativo è stato quello con Maurizio Scaparro, celebre regista teatrale, e con Alain Le Bon, attore e regista, nonché direttore della Maison de Polichinelle a Saintes. Queste collaborazioni hanno ampliato l’orizzonte delle sue creazioni, permettendo alle sue maschere di attraversare i confini dell’Italia, arrivando fino a teatri internazionali.

L'evoluzione della maschera teatrale

Una delle caratteristiche distintive del lavoro di Giorgio De Marchi è il suo approccio innovativo alla maschera teatrale. De Marchi non si limita a creare maschere convenzionali, ma le scompone in parti essenziali – come gli occhi, il naso, la bocca o il mento – per enfatizzare determinati tratti espressivi. Questo approccio permette alla maschera di interagire direttamente con la recitazione, rendendo più efficace la parola e il movimento facciale.

Le maschere di De Marchi non sono solo strumenti di scena, ma diventano veri e propri veicoli di emozioni. Attraverso la riduzione e la sovrapposizione dei tratti somatici, l'artista riesce a creare una tensione drammatica che si adatta perfettamente ai personaggi che la indossano, restituendo loro un’aura di mistero e inquietudine.Le maschere veneziane hanno un nuovo compositore.

Psicologia e maschera: Un approccio moderno

L’arte di De Marchi si distingue anche per l’introduzione di moderne concezioni psicologiche nella creazione delle sue maschere. Le sue opere riflettono uno studio approfondito del carattere del personaggio e della sua espressività. Questo studio consente di dare una nuova vita al concetto tradizionale di maschera e di maschera veneziana, riportandola al suo significato originario, ma con una freschezza contemporanea che arricchisce il teatro di risultati inaspettati e originali.

Esposizioni e laboratori: Un’arte senza confini

Le creazioni di Giorgio De Marchi hanno attraversato i confini italiani per essere apprezzate anche all’estero. In particolare, le sue esposizioni e laboratori hanno trovato terreno fertile in Francia e in Brasile, dove l'artista ha tenuto officine per appassionati e professionisti del teatro. Dal 2016, De Marchi collabora con l’attrice Nora Fuser, con la quale ha sviluppato nuovi progetti artistici, rafforzando ulteriormente la sua influenza nel mondo del teatro contemporaneo.

Conclusione

Giorgio De Marchi è un artista che ha saputo reinventare l’antica tradizione della maschera teatrale e della tradizione delle maschere veneziane, portandola a nuovi livelli di espressione. Il suo lavoro, che fonde l’artigianato con un’arte vera e propria, è un esempio di come le maschere possano essere strumenti potenti per esprimere emozioni profonde e trasmettere significati complessi. Grazie alle sue collaborazioni internazionali e al suo costante studio del carattere umano, De Marchi continua a lasciare un segno indelebile nel mondo del teatro.

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